La localizzazione

Un aspetto realmente problematico della tecnologia del cellulare è la possibilità di essere localizzatx costantemente. Il nostro telefono può sapere dove ci troviamo (e spesso comunica questa informazione) attraverso varie tecnologie:
-rete telefonica
-gps
-wifi e bluetooth

Una volta che il nostro telefono è localizzato, questa informazione è molto facile da reperire. Quasi tutte le applicazioni, con le più colorate scuse, ci chiedono di accedere alla nostra posizione, informazione molto succosa per poter inviare pubblicità mirate. Chiaramente sapere dove siamo o dove siamo statx può essere molto comodo anche alla polizia ed ai loro amici cosa che tendenzialmente possono direttamente chiedere agli operatori telefonici senza grandi impedimenti.

Rete telefonica

Per poter inviare una chiamata o un messaggio, il tuo operatore telefonico ha bisogno di sapere dove si trova il tuo telefono o meglio, quale delle sue antenne utilizzare per passare la comunicazione. In questo modo è possibile approssimare la tua posizione sapendo a quale antenna sei più vicinx.

Affinché sia possibile telecomunicare in movimento è necessario che il segnale radio cellulare sia presente ovunque. Il territorio è suddiviso in aree, dette celle, ciascuna “coperta” da una determinata antenna. Quando facciamo una telefonata, il telefono si collega a quella che è la sua cella di riferimento ((La cella a cui ci colleghiamo è quella col segnale più potente, che non necessariamente è quella più vicina a noi, anche se spesso è così. Questo perché il segnale è un segnale radio (cioè onde che si muovono nello spazio) e tutta una serie di fattori esterni possono contribuire a degradarlo (ad esempio un palazzo molto alto, o anche un temporale).))in quel preciso istante.

Il tuo telefono emette ogni tot un segnale che viene ricevuto da un’antenna (questo indipendentemente dal fatto che tu lo sia utilizzando in quel momento).
Essa può calcolare la tua distanza in base alla forza del segnale.
Bastano tre soli ripetitori, un comune compasso e una carta geografica per sapere la tua posizione (la famosa storia della triangolazione).

La precisione della localizzazione dipende dalla densità delle antenne nella rete telefonica. In città ci sono antenne circa ogni 400-800 metri, in campagna ogni 1-2 km. In linea di massima parliamo di un range di pochi metri di errore. In generale la triangolazione non viene molto utilizzata e tendenzialmente i dati delle celle vengono richiesti a posteriori.

GPS

Quasi tutti i telefoni intelligenti sono dotati di un ricevitore GPS.

Il GPS (Global Positioning System) è un sistema di geolocalizzazione tramite segnale radio che usa una rete di satelliti in orbita di proprietà del governo degli Stati Uniti d’America. Al momento sono attivi 31 satelliti.
Il principio che permette la localizzazione è la trilaterazione ((metodo che, sfruttando le proprietà dei triangoli, consente di calcolare distanze)) che misura il tempo impiegato dal segnale radio per andare dal satellite al ricevitore.
Il ricevitore capisce quali sono i satelliti visibili e inizia a farsi dare informazioni da quelli col segnale più potente.
È bene avere chiaro che i satelliti sono passivi. Essi inviano onde radio (contenenti informazioni) che vengono captate dai ricevitori GPS (delle antenne per capirsi), a questo punto è il ricevitore a sapere dove si trova, mentre il satellite continua a orbitare ignaro di tutto.

La tecnologia GPS richiede un grande impegno di risorse energetiche, perché deve costantemente sapere quali sono i satelliti a vista. Se i ricevitori non fossero sempre attivi, ci vorrebbero minuti prima di ricevere i dati dal satellite, e siccome è una tecnologia che va forte nella localizzazione in movimento, questo non va molto bene.
Pertanto i telefoni utilizzano un sistema chiamato A-GPS (Assisted GPS).
Attraverso la rete di telefonia (il sistema di antenne e ripetitori dei gestori telefonici) si fa sapere al telefono quali sono i satelliti visibili dalla cella a cui è agganciato. In questo modo è la cella a dover effettuare la ricerca, mentre il terminale A-GPS sul telefono richiede semplicemente l’informazione via rete telefonica.
Il sistema GPS impiega circa un minuto a geolocalizzare, l’A-GPS pochi secondi.

Al momento l’accuratezza di questo sistema è nell’ordine dei pochi metri (circa cinque) per quanto riguarda i telefoni intelligenti. Chiaramente il sistema consente una precisione molto più elevata (i missili per esempio), ma il segnale, per uso civile, viene degradato anche se il governo degli Stati Uniti ci tiene a precisare che ha smesso di farlo. (( link 1 2 ))

Comunque, per non farci mancare nulla, esistono altri sistemi di geolocalizzazione che fanno uso di satelliti. C’è infatti GLONASS, gestito dalle forze spaziali russe, e GALILEO, sviluppato dall’Unione Europea (già in parte attivo, ma non ancora completamente in funzione). Esistono già dei telefoni con dei recettori di entrambi questi sistemi.

WIFI

La WiFi è una tecnologia che consente a dei dispositivi di collegarsi tra loro tramite una rete locale wireless, ossia senza fili, quindi tramite onde radio. Se la rete locale è connessa ad Internet anche i dispositivi all’interno di essa possono accedervi. Difatto la WiFi è la soluzione più utilizzata per connettersi ad Internet e questo accesso è garantito da degli Access Point che sono collegati, tramite fili,  alla rete Internet.
Sono degli Acces Point i router dentro le nostre case, così come i famigerati hotspot pubblici e, con la funzione tethering, è possibile utilizzare il proprio telefono come router wifi. Questi accrocchi utilizzano antenne più o meno potenti a seconda di quanto ampie sono le aree che devono coprire. Al di là del fatto che la sicurezza delle reti non cablate fa acqua da tutte le parti, parlando di localizzazione, nel momento in cui attiviamo il wifi (che è un recettore) avremo la possibilità di vedere i vari Access Point attraverso i quali potremmo collegarci ad internet. Non è affatto difficile valutare la nostra posizione sulla base di quali hotspot il nostro dispositivo vede e con che potenza.

E quindi?

Ma, dire che il mio telefono si trova in un certo punto, perché dovrebbe indicare che anche io mi trovo li? E poi, se la mia identità è collegata alla Sim Card, che c’entra il telefono in cui la metto? Oltre al fatto, non poco problematico, che poche persone si muovono senza il cellulare appresso e che quindi il collegamento tra il telefono e noi ha basi empiriche, ha forse senso dirsi due cose su ciò che definisce che quel telefono sia effettivamente lui e non un altro e come tutto ciò si collega alla nostra persona.

Il telefono è identificato dall’IMEI (International Mobile Equipment Identity), un codice numerico univoco salvato nella memoria flash, cioè non volatile, del telefono. È composto da quindici cifre che definiscono anche la casa costruttrice, il modello, il luogo di costruzione e/o assemblaggio. All’avvio di ogni chiamata questo codice viene trasmesso alla rete dall’operatore.
L’IMEI di un telefono è solitamente scritto in un’etichetta posta sotto la batteria, sulla scatola che lo conteneva e sennò ce lo dice il telefono stesso digitando *#06#

La SIM (Subscriber Identity Module) è una Smart Card che ci viene fornita da un operatore telefonico con cui stipuliamo un contratto che, sotto pagamento, ci consente di accedere ai servizi di telefonia e non solo.
È nominale e corrisponde ad un’identità legalmente riconosciuta ((Esistono sim card attivabili senza fornire un’identità legale. In Italia questo non è legale, anche se la questione si tiene su toni fumosi. La legge di riferimento è la “LEGGE PISANU” che decreta “prima dell’attivazione del servizio, al momento della consegna o messa a disposizione della occorrente scheda elettronica (S.I.M.). Le predette imprese adottano tutte le necessarie misure affinchè venga garantita l’acquisizione dei dati anagrafici riportati su un documento di identità, nonchè del tipo, del numero e della riproduzione del documento presentato dall’acquirente, ed assicurano il corretto trattamento dei dati acquisiti”)).
All’interno di questa card sono contenute varie informazioni tra le quali il pin/puk forniti per sbloccarla ((Per questo sarebbe importante modificare i codici originari)), gli SMS, i numeri salvati ((Normalmente i numeri possiamo scegliere se salvarli sulla memoria del telefono o sulla memoria della scheda SIM.)) e l’IMSI.
L’IMSI (International Mobile Subscriber Identity) è un codice numerico univoco associato all’utente (a cui è intestata la SIM) che dice, tra le altre cose, la nazione dell’operatore (222 per l’Italia) e l’operatore.

La sim card è in collegamento con il dispositivo mobile tramite contatti elettrici e al di là del fatto che questi identificativi (IMEI che identifica il telefono e IMSI che identifica l’utente) sono comunicati spesso assieme è molto facile collegare telefono e scheda.

Inoltre, entrambi questi identificativi vengono memorizzati negli archivi delle compagnie telefoniche assieme ad ogni operazione compiuta dal telefono (ricerca di campo, chiamate, invio messaggi, etc) e rimangono registrate per mesi assieme ai numeri delle persone con cui ti colleghi.