Si sa dove sei statx e con chi hai parlato
Oltre a ciò che effettivamente comunichiamo tra chiamate e messaggi, ci sono tutta una serie di dati che contornano le nostre comunicazioni, i famosi e temibili METADATI.
Questi altro non sono se non tutte le informazioni a latere di una determinata azione (chiamata, messaggio o quel che sia) tipo quando è avvenuta, dove è avvenuta, tra chi è avvenuta, quanto tempo è durata e così via dicendo.
Tutti questi dati sono alacremente conservati dagli operatori telefonici e ci sono leggi specifiche, statali ed europee che definiscono come gestirli.
Anche se all’apparenza non sembrano informazioni particolarmente rilevanti, sono in realtà piuttosto appetitose per varie entità, sia per scopi commerciali che di controllo.
Gli operatori utilizzano queste informazioni per proporre e vendere servizi: per indicarti i ristoranti più in voga, per chiamare automaticamente il taxi libero più vicino, per mandarti pubblicità personalizzate ecc.
Prima ancora di proporti servizi adatti a dove sei gli operatori hanno iniziato a vendere queste informazioni ad altri. Vari operatori ed imprese di tutto il mondo già propongono servizi per permettere ai genitori di localizzare i propri figli o i propri impiegati. Tutte le loro argomentazioni si basano sulla strumentalizzazione della paura e come di solito succede, la supposta “sicurezza” giustifica nuove minacce alla nostra intimità e fomenta il controllo sociale. Questo controllo sociale è così strafico che le tux socix possono vedere in tempo reale dove sei.
Che dati dunque si tengono e per quanto tempo?
Stringendostringendo in Europa la “Direttiva sulla conservazione dei dati” del 2006 è stata dichiarata invalida nel 2014 dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nel 2016 viene approvato il GDPR (Regolamento generale per la protezione dei dati personali n. 2016/679), la normativa europea in materia di protezione dei dati, in atto da maggio 2018. Non si parla mai di un limite al “data retention” e i tempi di conservazione dipendono sempre dalla tipologia di dati e dalla finalità per cui gli stessi sono raccolti e trattati.
Comunque nel dubbio e nel buco legislativo l’Italia è entrata a gamba tesa.
Nel 2017 viene approvata una legge con cui l’italia si da delle “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea” e nell’art 24 definisce i “termini di conservazione di traffico telefonico e telematico” . Questa legge si prefigge di attuare l’art.20 della direttiva UE 2017/541 sulla lotta al terrorismo, che non parla proprio di un limite di tempo alla retenzione dei dati, anzi non parla proprio di retenzione dei dati:
Articolo 20
Strumenti di indagine e confisca
1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché le persone, le unità o i servizi incaricati delle indagini o dell’azione penale per i reati di cui agli articoli da 3 a 12 dispongano di strumenti di indagine efficaci, quali quelli utilizzati contro la criminalità organizzata o altre forme gravi di criminalità.
La retenzione dei dati
2. Gli Stati membri adottano le misure necessarie affinché le loro autorità competenti congelino o confischino, se del caso, in conformità della direttiva 2014/42/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (), i
proventi derivati dall’atto di commettere o di contribuire alla commissione di uno dei reati di cui alla presente direttiva e i beni strumentali utilizzati o destinati a essere utilizzati a tal fine.
In ogni caso questa legge, confermata poi dal decreto decreto 101/2018, ha aumentato il periodo di data retention a 72 mesi, ossia sei lunghi anni. Eh già.
Per darsi un’idea dell’entità della questione possiamo dire che in Francia i tempi sono di 12 mesi, in Germania 10 settimane per quanto riguarda il traffico telefonico e la navigazione in internet, in Belgio dai 6 ai nove mesi e in Spagna 12 mesi. Fuori dall’Europa possiamo citare la tanto temuta Russia con 2 anni.
Ma quali sono questi dati?
Sono il numero di chi chiama, quello di chi riceve, quando si è chiamato e quanto è durata la conversazione, i dati della cella telefonica e poi l’indirizzo IP, i siti visitati, il telefono utilizzato, la durata della consultazione, le pagine visitate, date e orari della connessione e della disconnessione e altre cosine adorabili.
Con tutte queste informazioni si può sapere senza problemi dove sei stato negli ultimi dodici mesi, con chi eri , con chi sei in contatto, chi sono le tue socix, dove vivi e con chi, etc. Più che la possibilità di ascoltarti o localizzarti meglio, questo trattenimento di dati è la vera novità pericolosa del tuo cellulare. I metadati rivelano moltissimo di noi e delle nostre relazioni e rendono molto facile creare delle connessioni tra persone e tra persone e fatti.