Questa pubblicazione è per te. Non ti conosco, però sono quasi sicurx che hai un cellulare nel marsupio. In non troppi anni, il cellulare si è diffuso nel pianeta come nessuna tecnologia lo aveva fatto prima.
Il controllo sociale si stà facendo sempre più diffuso, complesso ed integrato.
Qual’è la tecnologia di controllo più efficace, la televisione o le telecamere di video-sorveglianza? Con il cellulare andiamo verso la combinazione ideale tra il grande fratello di Orwell e la società della comunicazione capitalista. Questa sottomissione volontaria così massiva e la dipendenza che implica uno strumento sviluppato e promosso dal sistema ci porta a domandarci alcune cose.
Di fronte a questa situazione, le persone ed i gruppi preoccupati per la propria sicurezza/intimità ((“Intendiamo qui riferirci a una nozione un po’ imprecisa: qualcosa che riguarda la possibilità di decidere cosa rivelare a chi e cosa invece tenere segreto; qualcosa che include anche una certa attenzione nell’ostacolare i tentativi di violare questi segreti. Il termine impiegato in inglese per definire ciò di cui parliamo qui è privacy. Nessuna parola [italiana] ci è sembrata adatta per includere tutti i sensi che vorremmo sotto intendere con questo termine. Altrove incontreremo il termine “sicurezza” [o privacy] ma l’utilizzo che ne viene fatto comunemente ci ha fatto venire voglia di evitarlo.” da Guida all’autodifesa digitale #0 )) e libertà individuale o minacciate dal controllo poliziesco, sono spaventate delle possibilità tecniche di controllo che il cellulare offre. Noi stessx attraverso la lotta ecologista, di appoggio allx migranti o semplicemente per relazioni con persone implicate in questi movimenti, abbiamo visto come la polizia può, con il pretesto della sicurezza, violare l’intimità di cittadinx inquietx, cercare dissidenti politicx, sottomettere al suo controllo interi collettivi…
Questo controllo funziona attraverso la paura. Così si sono diffuse alcune leggende metropolitane sui telefoni: “Cominciamo l’assemblea, avete spento i vostri cellulari?” ; “Cristo, il mio telefono è impazzito, sicuro che è controllato!”… Come tutte le leggende tendono a generare confusione, sono difficili da chiarire e discutere collettivamente. Vorremmo documentare qui alcune di queste tecniche di vigilanza e proporre pratiche collettive per scappare dall’occhio del grande fratello.
Attenzione: Le informazioni relative a queste tecniche solitamente sono difficili da trovare e l’evoluzione costante di queste tecnologie fa si che questi contenuti abbiano il problema di essere caduci.
Se all’inizio il cellulare si associava all’uomo d’affari, poco a poco si è convertito in uno strumento fondamentale dell’umanx liberale. Corrisponde infatti a molte delle sue “qualità” emblematiche: consumista, moderno, flessibile, efficiente, mobile, in comunicazione permanente etc. La diffusione massiva e senza messa in discussione del cellulare ha partecipato alla diffusione di questi valori, modificando profondamente le relazioni sociali. D’altra parte non avere un cellulare significa marginalizzarsi.
Non ci sentiamo dellx illuminatx , il cellulare non è il principale pericolo del sistema, non è la nuova lotta prioritaria. Non neghiamo che il telefono può essere molto utile in alcuni casi. In situazioni di emergenza (detenzioni, incidenti, aggressioni, etc) non c’è nessun altro mezzo di comunicazione che permette di avvisare e reagire con tanta rapidità ed efficacia. Però in generale, pare che ci siamo dimenticatx che non troppi anni fa non avevamo cellulari e che, se volessimo, potremmo vivere senza.
Beh, la verità è che ci piacerebbe molto che bruciassi il tuo cellulare e ti daremo buone ragioni per farlo o per lo meno per pensarci.